Altopiano della Gardetta

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La salita alle quote più alte è quella del Colle di Esischie: lunga una ventina di chilometri mai eccessivamente impegnativi, tocca gli abitati di Marmora e Tolosano (al km. 9 l’ultima fontana utile) e presenta la parte più ripida (sopra al 10%) tra i 1700 e 1900 metri di quota. A 2100 metri si incontra invece il rifugio Valanghe prima dell’ultima parte di salita aerea e panoramica.

La lunga scalata non finisce però al valico bensì al vicino colle Fauniera, un chilometro e mezzo più avanti, nei pressi del monumento a Marco Pantani. Con le difficoltà principali ormai alle spalle si scende rapidamente al Colle di Valcavera e da qui si entra nell’Altopiano della Gardetta.

Una strada bianca larga, compatta e scorrevole serpeggia ora tra prati e pareti scoscese, pianori e falsopiani, toccando i colli Bandia, Magherina e Cologna sullo spartiacque che dà a sud sulla valle Stura. Con ambientazioni d’alta montagna che cambiano a ogni curva si arriva quindi al bivio per il Colle del Preit (rapida via di ritorno a valle).

Di nuovo in salita, si raggiunge dapprima l’affollato rifugio Gardetta e con un ultimo chilometro ripido e sconnesso s il passo omonimo a quota 2437m., tuffandosi poi nel Vallone di Unerzio.

La discesa si apre con un single track scorrevole e in parte esposto, proseguendo poi più tecnica su fondo smosso e tortuoso fino a Prato Ciorliero. Si scende ora su sterrato fino a Viviere imboccando poi il fantastico single track che tocca le frazioni di Pratorotondo, Calvetta e Gheit in una continua e infinita alternanza di tratti tecnici e veloci, pietraie e soffice sottobosco.

Da Frere (dove si può arrivare anche con la rotabile principale della valle, evitando quindi il sentiero) le pendenze calano drasticamente immettendosi sui tracciati delle piste invernali da fondo che chiudono il tour verso Prazzo e Ponte Marmora.