Tirreno-Adriatico / Tappa 1 di 4

Si parte dal lungomare di Gaeta, addentrandosi subito in salita nella zona medievale tra il castello Angioino e il tempio a San Francesco: l’ascesa è facile e si inerpica con una ventina di tornantini fin sulla vetta del promontorio del monte Orlando. Più complicata invece la discesa: dopo qualche gradino e una comoda pista sterrata, si percorre infatti un primo sconnesso tratturo vista mare imboccando poi il ripido ciottolato del Sentiero delle Falesie.

Di nuovo al livello del mare, si prosegue ora sulla trafficata viabilità ordinaria attraversando tutta la città di Formia: saranno otto chilometri in un contesto tutt’altro che bike-friendly dove andrà prestata massima attenzione.

Già dalla periferia si incontrano comunque strade secondarie e prive di traffico, che lambendo i monti Aurunci consentono di spostarsi a est tra continui saliscendi, qualche rampa più impegnativa e le salitelle verso Tremensuoli e Minturno, due paesini arroccati sulle colline e dai quali si possono ammirare gli ultimi scorci di mare.

Un tratto pianeggiante lungo la Via Francigena del Sud conduce quindi al difficile strappo di Suio (150 metri su fondo lastricato) e al vicino scollinamento nella valle omonima. Strade boschive e una scoscesa mulattiera scendono poi nella valle del fiume Garigliano, da risalire con tratturi rurali fino al ponte che collega il Lazio alla Campania.

Ponti, sottopassi e cavalcavia (incluso un facile guado) permettono adesso di oltrepassare un groviglio di strade, autostrada e linee ferroviarie giungendo in leggera salita alla chiesa di Santa Maria dell’Acqua: un suggestivo fondo di ciottoli sale quindi alla sorgente continuando più ripido fino al Parco della Memoria Storica di San Pietro Infine (qualche passo a piedi in un tratto scalinato).

Modestissime pendenze contraddistinguono invece la panoramica salita al Passo Annunziata Lunga, porta d’ingresso in Molise: la rapida discesa che segue viene interrotta nel borgo di Ceppagna, dove si abbandona la strada principale deviando sulle stradine rurali che perdono dolcemente quota verso Venafro.