Garda Veronese, Lago di Garda
Tra Garda eVal d'Adige
- 45 kmLunghezza
- 1080 mDislivello
- 04:00Tempo
- MedioCondizione fisica
- Difficoltà Tecnica
Un tour avventuroso, panoramico ed estremo che permette di salire da Malcesine alla cima del monte Baldo senza utilizzare la ben più comoda funivia: il prezzo da pagare in termini di sforzo fisico sarà però alto, viste le pendenze spesso estreme delle salite e i tratti molto tecnici incontrati nelle discese.
La lunghissima scalata inizia dopo qualche chilometro lungo le sponde
del lago, e procede a gradoni alternando ripidissime erte e tratti dalle
pendenze più blande: il punto più duro si incontra a 900 metri di
quota, nella rampa cementata tra il Prà Bestemà e il Baito dei Santi, a
cui segue un interlocutorio passaggio erboso tra pascoli e cancelletti
da superare.
Un ultimo settore asfaltato più agevole conduce
quindi ai saliscendi di Cima Mandre, aggirando l’estremità meridionale
del Baldo con le difficili rampe del Colonel di Caprino.
Alcuni
facili chilometri affacciati sulla val d’Adige (si ammirano Lessinia,
Piccole Dolomiti e nelle giornate più terse anche le cime dolomitiche)
conducono ora ai bucolici prati della Valfredda, da dove si imbocca un
poco evidente sentiero erboso che immette sulla discesa per Campedello:
ripida e tecnica, tra radici e s
ottobosco, diventa ancor più complicata quando il largo sentiero iniziale diventa single track.
Di
nuovo su asfalto, si procede su pendenze via via più arcigne toccando
l’Orto Botanico di Novezzina, il rifugio Cedron, il passo Cavallo di
Novezzina e innestandosi poi sulla via delle malghe lungo la quale si
incontrano le casere Acquenere e Artiloncino prima della ripida
impennata finale a malga Artilone.
Cinque provvidenziali chilometri
in leggera discesa collegano ora alla fontana di Prà Alpesina e
all’imbocco della scalata conclusiva, che in tre chilometri raggiunge la
stazione della funivia e lo spartiacque della Colma di Malcesine.
Il
panorama si apre finalmente grandioso su tutto il lago di Garda,
accompagnando la tecnica e difficile discesa sul sentiero della
Giustina: non è infatti ciclabile per una decina di minuti, diventando
in seguito più scorrevole ma comunque ricco di passaggi ostici e
talvolta pericolosi. Solo dopo l’intersezione con il sentiero del
Ventrar si può finalmente scendere a velocità più sostenute andando a
innestarsi sulla rotabile del rifugio Ai Prai.
La picchiata si fa
ora vertiginosa sulla cementata fino a San Michele, deviando poi sul
single track della chiesetta omonima (altri tratti tecnici non sempre
pedalabilli) e raggiungendo infine Malcesine con il ciottolato del
sentiero dei Capitelli.
Malcesine, piazza Statuto.
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