Cortina d'Ampezzo, Dolomiti
Tofana di Rozes - Falzarego Supertrail
- 34.9 kmLunghezza
- 1510 mDislivello
- 05:00Tempo
- DifficileCondizione fisica
- Difficoltà Tecnica
Il piccolo gruppo montuoso delle Cinque Torri stupisce per la sua
singolarità: i cinque pinnacoli rocciosi che si ergono solitari ai piedi
dell’Averau sono infatti uno dei simboli di Cortina d’Ampezzo, e seppur
da lontano tendano quasi a scomparire tra le vette ben più elevate che
li circondano, da vicino si dimostrano invece imponenti e maestose.
Proprio
per la loro fama, le Cinque Torri sono una delle mete più gettonate
dagli escursionisti, anche in mountain bike: per completare il classico
anello dell’Averau si dovranno però superare salite impegnative e
discese tecniche in un contesto paesaggistico tra i più belli delle
Dolomiti.
Si inizia a faticare già da Cortina, prima sulle aspre pendenze di
Meleres e quindi sugli sterrati che da Lacedel salgono tra le piste da
sci e le rupi di Pocol. Di nuovo su asfalto, si raggiunge Pezie de Parù e
da qui si affrontano le prime difficili rampe del passo Giau.
Dopo
qualche tornante si imbocca una deviazione sterrata, che con un
andamento decisamente più abbordabile corre nel bosco incontrando una
zona franosa da attraversare a piedi. Si incrocia così la rotabile
asfaltata che in poco meno di quattro ripidissimi chilometri raggiunge
il rifugio ai piedi delle Cinque Torri.
L’ascesa continua, ora
fuori dal bosco, con un fondo sconnesso che obbligherà in più occasioni a
proseguire a piedi, ma l’ambiente d’alta montagna che caratterizza
quest’ultima porzione di salita farà dimenticare ogni fatica: dapprima
si pedala infatti all’ombra della parete sud della Torre Grande, quindi
la vista si apre sulla Tofana di Rozes e sulla conca di Cortina, e
infine si risale l’ardito pendio ghiaioso fino al rifugio di Forcella
Averau.
Dal valico - incastonato tra i monti Averau e il Nuvolau -
si imbocca la ora discesa: con la vista che si apre ora su Pelmo,
Civetta, Marmolada e Pale di San Martino, si affronta una prima parte
sul ghiaioso fondo instabile della pista da sci imboccando poi il
bellissimo single track (segnavia 441) che taglia i ghiaioni con alcuni
passaggi tecnici; infine, seguendo una ripida e malmessa carrareccia, si
scende al rifugio Fedare.
Da qui si percorrono gli ultimi
impegnativi chilometri del passo Giau, tuffandosi poi nella lunga
discesa su Cortina: prima la vecchia mulattiera delle miniere di blenda e
galena e poi le varianti di Rucurto permettono di evitare parte
dell’asfalto fino a Pezie de Parù (dove si ripercorre un tratto di
strada già affrontato in salita), quindi le sterrate boscose di Pian de
Ra Sies e del lago d’Ajal consentono di ritornare rapidamente a Cortina
dove il tour si conclude sui panoramici prati di Mortisa.
Cortina d’Ampezzo, via dei Campi.
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