Comelico, Dolomiti
Altopiano di Danta
- 29.9 kmLunghezza
- 960 mDislivello
- 03:00Tempo
- MedioCondizione fisica
- Difficoltà Tecnica
Aggirare il gruppo dei Brentoni significa cambiare almeno tre vallate, lambendo diverse aree geografiche (Comelico, Cadore e Carnia) e attraversando luoghi, strade e sentieri spesso isolati e poco frequentati.
Partendo da Santo Stefano e affrontando il periplo in senso antiorario
si incontra subito la prima difficoltà: la dura ascesa all’altopiano di Danta
è infatti l’unica alternativa alla lunga e trafficata galleria verso
Auronzo (la vecchia strada lungo il Piave è invece definitivamente
impraticabile).
Si parte quindi in salita, sulle difficili
pendenze parzialmente cementate che conducono alla frazione di Tabiarel;
conclusa la parte più impegnativa della scalata si prosegue nei boschi
del Monte Piedo, scendendo poi su Auronzo con un tratturo piuttosto
ripido e sconnesso, in parte ridotto a sentiero.
L’interlocutorio tratto nella valle del
Piave anticipa la lunga ascesa che risale la val Piova
costeggiando le propaggini meridionali dei Brentoni: la prima
parte della salita, dopo Pelos, segue l’agevole sterrata lungo il
torrente innestandosi poi sulla rotabile per Sella Ciampigotto, raggiunta
al termine di una lunga e ardita serpentina di tornanti.
Le
vette dell’altopiano di casera Razzo sono lo sfondo della discesa verso
il pianoro di Casera Campo, mentre poco più avanti ci si immette sulla
vecchia Statale 486 che si inoltra nella bellissima e isolata valle del
torrente Frison.
Qui il traffico ai mezzi motorizzati è
interdetto dal 1993, anno in cui la zona venne interessata da
un’alluvione che danneggiò seriamente la strada, già allora in gran
parte sterrata. Ancora oggi l’unico tratto asfaltato (e anche il più
suggestivo) è quello dei quattordici tornanti in successione dopo il
passo della Merendera.
La lunga picchiata si conclude quindi a Campolongo, distante da Santo Stefano solo pochissimi chilometri in leggera discesa.
Santo Stefano di Cadore, piazza Roma.
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