Monte Grappa
Monte Palon - Trail 840/221
Con l’avanzata austroungarica seguita alla Disfatta di Caporetto, il Monte Palon, il Monte...
- 31.4 kmLunghezza
- 1320 mDislivello
- 03:30Tempo
- MedioCondizione fisica
- Difficoltà Tecnica
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Tra i tanti sentieri del Monte Grappa, il numero 20 è allo stesso tempo uno tra i più facili e dei più interessanti dal punto di vista paesaggistico. Il numero 36 invece, tecnicamente più difficile e sempre immerso nel bosco, è una vera e propria opera ingegneristica della Grande Guerra che dal Col Moschin scende verso la Valsugana.
I segnavia 20 e 36 saranno i due sentieri lungo i quali si snoderà la discesa dalla sommità del Monte Grappa, vetta che andrà però conquistata superando la lunghissima salita che da Semonzo conduce fin sul sacrario di Cima Grappa: l’ascesa, di circa venti chilometri e dalle pendenze costanti e moderate, segue la strada Gen. Giardino presentando nella seconda parte alcune varianti sterrate che permettono di evitare l’asfalto della principale.
Raggiunto il rifugio Bassano si prosegue ulteriormente fino alla vecchia Base Nato, aggirando poi Zona Sacra e i due ossari, quello italiano e quello austriaco, su un sentiero che va a innestarsi sul segnavia 20 dando così inizio alla discesa.
Il
single track, dal fondo compatto e prevalentemente erboso, corre sulla
cresta ondulata offrendo grandiosi scorci sull’Altopiano di Asiago,
sulle Dolomiti e sul Massiccio del Grappa, attraversando per svariati
chilometri i pendii prativi fino al Monte Asolone, piegando poi in
direzione nord verso il Col della Berretta e diventando quindi più
ripido e tecnico scendendo al rifugio Finestron.
Passando per il rifugio Alpe Madre si arriva così al Col Moschin, alle
cui pendici si imbocca il segnavia 36: la mulattiera rocciosa,
piuttosto tecnica ma dal fondo stabile e in buone condizioni, è
interamente percorribile anche con bici front suspended (a patto di
avere buona tecnica e padronanza del mezzo) ed è caratterizzata da
numerosi tornantini tra cui la suggestiva sequenza delle “Scalette”;
molti sono i passaggi arditi scavati nella viva roccia, mentre
particolare attenzione andrà posta in alcuni punti pericolosi ed
esposti. L’ultima parte della picchiata, più ampia, ripida e sconnessa,
è anche la più impegnativa dal punto di vista fisico e si conclude nei
pressi di San Nazario.
L’itinerario
si conclude con un lungo ma inevitabile trasferimento verso il punto di
partenza, percorrendo le strade secondarie della Valsugana e
affrontando un breve tratto del Sentiero del Brenta.
Romano d'Ezzelino, piazzale Chiesa.
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