Garda Trentino, Lago di Garda
Monte Velo
- 30.2 kmLunghezza
- 1270 mDislivello
- 03:00Tempo
- MedioCondizione fisica
- Difficoltà Tecnica
Il monte Baldo rappresenta uno degli ecosistemi più variegati del continente, con il clima che da mediterraneo del lago di Garda diventa tipicamente alpino alle quote più elevate: queste particolari condizioni hanno favorito la diffusione di una grande varietà di specie sia animali che vegetali, conferendo al monte Baldo il titolo di “Giardino d’Europa”.
L’alternanza
di climi e ambienti può essere apprezzata con questo percorso, che
tenendosi sul versante trentino del Baldo si porta dalle sponde del lago
di Garda fino alle quote più elevate, spingendosi poi fino alle
strapiombanti pareti che si affacciano sulla valle dell’Adige.
Gran
parte del dislivello complessivo viene coperto con la prima salita, che
collega gli ulivi di Nago alle abetaie del Monte Varagna passando per i
Prati di Nago, ed è caratterizzata da pendenze costanti, sporadiche
viste sul sottostante lago, e l’asfalto che lascia il posto allo
sterrato solo nella parte conclusiva. Un’ascesa piuttosto impegnativa
che può comunque venire evitata con uno dei numerosi servizi di
bike-shuttle della zona.
Da segnalare, ai 1030m. di Malga Casina, l’unica fontana di tutta la salita (indicazioni Acqua d’Oro verso destra).
Dallo
scollinamento del monte Varagna (grandiose le vedute su Adamello,
Presanella e Dolomiti) un primo single track permette di scendere in Val
de Parol, mentre il successivo trail sui segnavia 624b e 650 – dopo un
primo tratto difficilmente ciclabile - aggira la montagna divenendo più
esposto e panoramico: data la pericolosità di alcuni passaggi, è
tuttavia consigliabile procedere a piedi per alcuni minuti.
Si
giunge così Malga Campo e il vicino rifugio Graziani, scendendo poi
verso San Valentino; ci si sposta quindi verso la valle dell’Adige, che
appare d’improvviso mille metri più in basso oltre la cima del Corno
della Paura, una vertiginosa sporgenza rocciosa che viene raggiunta con
una breve deviazione tra i prati.
L’itinerario
prosegue ora sulla dorsale fra il Corno della Paura ed il Monte Vignola,
percorrendo una vecchia mulattiera di guerra che collegava le
postazioni militari affacciate sull’Adige: è probabilmente questo il
punto più suggestivo del tour, con la larga sterrata che taglia la
parete della montagna tra tunnel, precipizi e passaggi scavati nella
roccia.
Dalle Colme di Vignola inizia la lunga
discesa che riporterà al punto di partenza: la prima parte corre
sterrata e smossa nel fitto bosco, concludendosi con un tecnico sentiero
verso Saccone. Un lungo e interlocutorio saliscendi su asfalto conduce a
Festa, da dove la picchiata torna decisa: quasi sempre su stretti
vicoli asfaltati di campagna, termina con l’insidiosa pietraia che
scende a Loppio. Nel finale la comoda ciclabile di fondovalle valica il
Passo San Giovanni e riconduce a Nago.
Nago, via Scipio Seghele.
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