Quest’anno il Mondiale Gravel è stato assegnato al Veneto e si svolgerà in provincia di Treviso il 7-8 Ottobre. Teatro delle competizioni saranno le colline Patrimonio Unesco celebri per il vino Prosecco.
Stiamo parlando di un territorio che conosciamo come le nostre tasche (ci pedaliamo da oltre vent’anni) e che oggi potete scoprire anche voi grazie ai nostri itinerari nella Marca Trevigiana.
Ma la traccia del Mondiale Gravel?
Ne siamo entrati in possesso in anteprima perché incaricati di realizzare le grafiche ufficiali del percorso (sì, oltre a mappare percorsi MTB e gravel creiamo anche materiale cartografico per eventi sportivi). E adesso possiamo svelarvi com’è il percorso del Mondiale Gravel 2023, oltre naturalmente a fornirvi la traccia GPS!
TRE PERCORSI, UN TRATTO IN LINEA E DUE ANELLI
Quello del Mondiale Gravel 2023 sarà un tracciato ricco di insidie e trabocchetti, lunghi tratti pianeggianti, alcune salite “vere” e tantissimi strappi sparsi qua e là. Oltre il 60% sarà su fondo sterrato, prevalentemente su comode strade bianche o carrarecce di campagna, con frequenti punti cementati e rari passaggi tecnici. Non mancheranno poi strettoie, ponticelli, piste ciclabili, qualche guado e un’infinità di bivi e cambi di direzione che richiederanno lucidità e concentrazione costanti.
Si parte dal Mosole Headquarter al Lago Le Bandie, già teatro dei mondiali di ciclocross nel 2008, e si arriva a Pieve di Soligo nel cuore del Quartier del Piave. I percorsi previsti sono tre e prevedono un tratto iniziale in linea più due anelli tra le colline, uno in direzione est e uno in direzione ovest.
Il percorso principale sarà quello maschile, che domenica 8 Ottobre assegnerà i titoli mondiali delle categorie Elite e “age groups” fino a 49 anni.
Nel percorso femminile la conformazione sarà simile al precedente, ma con alcuni tagli e accorciamenti nei due anelli che ne ridurranno sensibilmente la lunghezza. Sabato 7 Ottobre questo tracciato vedrà impegnate sia le donne (Elite e “age groups” fino a 49 anni) che le categorie amatoriali maschili da 50 a 65 anni.
Infine il terzo percorso, destinato agli atleti più avanti con l’età, che dopo il tratto iniziale in linea prevede solo il secondo anello nella sua versione più corta (cioè quella del percorso femminile).
I TRE PERCORSI E LE TRACCE GPS
- Percorso Maschile (Elite M, M 19-49) – 169km / 1890m+ *
- Percorso Femminile (Elite W, W 19-49, M 50-65) – 140km / 1660m+ *
- Percorso M 65+ e W 50+ – 100km / 1030m+
*Le categorie amatoriali (age groups) non effettueranno il giro di lancio all’interno del parco de Le Bandie. Il percorso risulterà quindi più corto di circa 5 chilometri.
Da questo link puoi scaricare le TRACCE GPS del Mondiale Gravel 2023, le stesse rese pubbliche dall’UCI (un file .ZIP contenente le tracce dei tre percorsi).
Qui invece trovi le mappe dei vari percorsi (clicca sulle immagini per ingrandire), più sotto continuiamo con la descrizione dei percosi nel dettaglio.
IL TRATTO IN LINEA
Terminato il giro di lancio (solo per le categorie Elite) il primo sterrato si incontra dopo 3,5 chilometri dall’uscita da Le Bandie. Si tratta del lunghissimo rettilineo di via dei Fanti, una larga strada bianca dalle numerose buche che arriva a Salettuol.
Si attraversa quindi il ponte stradale sul Piave e si sbarca sulle grave del Piave, dove ghiaia, ciottoli e polvere la faranno da padrone per una dozzina di chilometri risalendo dolcemente il fiume fino a Ponte della Priula.
Poco più avanti si incontra la prima feed zone, nella tenuta Borgo Luce, e da qui si inizia a salire tra le colline del Collalto. Ci si addentra tra le vigne su pendenze mai impegnative (solo una brevissima rampa in asfalto), lambendo il castello di San Salvatore e arrivando nei pressi del Colle della Tombola.
Ecco ora una serie veloci di saliscendi in quota, prima su larghe strade bianche e infine su asfalto fino al panoramico colle San Dagoberto. La successiva lunga discesa (sterrata) richiederà attenzione per via del fondo ghiaioso e di alcuni avvallamenti di scolo. Giunti in fondo si è praticamente a Pieve di Soligo: primo passaggio sulla linea d’arrivo, inizio del primo anello.
IL PRIMO ANELLO
Il primo anello si apre con sette chilometri e mezzo in asfalto, tutti in pianura o comunque leggerissima salita nella vallata del magnifico Molinetto della Croda.
Ecco quindi la seconda salita “vera”: prima metà facile e sterrata verso Costa Piere, seconda metà più ripida e asfaltata fino al borgo di Arfanta. In cima i percorsi si sdoppiano: uomini a sinistra, donne a destra.
Il percorso maschile prosegue su asfalto con lo strappo a tornanti di Zuel e la discesa su Gai, divagando poi tra le ciclabili sterrate della Valsana fino al lago di Revine (feed zone). Il percorso femminile invece arriva sempre in Valsana, ma con un tragitto più corto che dopo una stretta e veloce discesa asfaltata sale a Reseretta e scende con una vertiginosa discesa su cemento. Occhio: se bagnata diventerà il punto più pericoloso di tutto il percorso!.
Si prosegue quindi lungo i facili percorsi ghiaiati attorno ai laghi di Revine (anche qui un altro breve sdoppiamento dei percorsi) per arrivare alla terza asperità (Nogarolo) passando per il Cal da Bar, un vecchio sentiero ora convertito in percorso ciclopedonale. Sono 700 metri oltre l’11%, con la rampa conclusiva che sfonda il 20%. Un vero e proprio muro, insomma. Non a caso è stato scoperto qualche anno fa da LA RONDA, il Giro delle Fiandre Trevigiane (www.laronda.cc), che di salite improbabili se ne intende.
La discesa vera e propria comincia dopo un altro infido strappetto, quello del monte Comun, e si sviluppa cementata nel fitto del bosco fino al ponticello sul torrente Cervano, continuando poi su uno sterrato malmesso verso Corbanese.
Sullo strappo di Formeniga (1,1 chilometri al 7%, max 13%) il fondo è invece molto rovinato al punto che le ruote affonderanno tra ghiaia e sassi (noi siamo stati costretti al piede a terra!). Un patimento che viene risparmiato a chi gareggerà il sabato e che verrà spedito direttamente a Cà del Poggio. E’ una ascesa stra-nota, stra-conosciuta e toccata innumerevoli volte anche dal Giro d’Italia: 1,2 chilometri al 12,3% con punte al 19%.
Dalla cima si raggiunge San Pietro di Feletto e le Mire, scendendo (per poi risalire con ardue pendenze) nella fossa della val Trippera. Una veloce discesa asfaltata e si è di nuovo a Pieve di Soligo. Secondo passaggio sulla linea d’arrivo, inizio del secondo anello.
IL SECONDO ANELLO
Velocità folli e scie. Sterrati battuti, rettilinei e curve secche. Polvere e fango. Benvenuti nel Quartier del Piave.
Più o meno sarà questo il lietmotiv nella zona pianeggiante compresa tra il fiume Piave e le colline. Qui infatti i percorsi serpeggeranno tra stradine di campagna per chilometri e chilometri (più o meno 45 gli uomini, 27 le donne). Il percorso più lungo arriverà a lambire pure l’Isola dei Morti, teatro della battaglia che chiuse la Prima Guerra Mondiale sul suolo italiano.
Si arriva così a Col San Martino (Trofeo Piva, per i ciclofili) ed ecco la salitaccia di San Vigilio ad inaugurare il finale di questo Mondiale Gravel. I 400 metri cementati con pendenze fino al 22% anticipano comunque una salita ben più lunga, articolata e piacevole.
Ci si addentra infatti tra le colline tra boschi, vigne, prati e qualche guado: qui la salita de Le Serre inizia subito cattiva su cemento e poi erba. Una breve discesa sassosa è preludio al tratto panoramico di Riva dei Tor su cemento dalle facili pendenze. È il posto giusto per guardarsi attorno: siamo in uno dei luoghi più scenografici delle colline del Prosecco!
Una velocissima discesa cementata conduce al breve strappo delle Tenade, un’altra magica vallata dove stradine sperse di campagna si immergono nel verde delle vigne. Al termine di una difficile discesa (ripida, cementata, buia e molto sporca) si arriva a Premaor, si segue il fiume Soligo con un sentiero fangoso (in via di ripristino) e si va ad imboccare l’ultima, decisiva asperità.
Quella verso Collagù è una salita che a questo punto della corsa farà sicuramente male: se il tratto cementato a tornanti è piuttosto regolare, è invece nell’ultimissima parte che arriva il peggio. Dopo una secca curva a sinistra il fondo si fa sconnesso, con tratti cementati malmessi e le pendenze fino al 23%.
Ma non è ancora finita perché bisogna prestare attenzione anche nella corta discesa sassosa che segue, molto difficile perchè smossa, ripida e tortuosa. Un ultimo dentello scollina infine a San Gallo.
La discesa conclusiva è “finalmente” asfaltata, ma resa complicata dalle pendenze elevate. C’è soltanto un ultimissimo passaggio sulle rovine di un sentiero ciottolato che è forse più adatto alla mountain bike che al gravel. Comunque sia, si ritorna sulle sponde del fiume Soligo, percorrendone a gran velocità la ciclopedonale sterrata della sponda sinistra.
L’ultimo chilometro è tutto su asfalto in leggerissima discesa e presenta tre curve ad angolo retto, l’ultima a circa 200 metri dall’arrivo. Dai -200 ai -100 in discesa, giusto per prendere lo slancio in vista degli ultimi 100 metri in leggera salita fino al traguardo posto nella piazza di Pieve di Soligo.
IN CONCLUSIONE
Si tratta di un percorso molto vario e selettivo. Dopo il tratto in linea, decisamente facile, il primo anello presenterà le difficoltà altimetriche maggiori ma un terreno decisamente veloce e scorrevole (è qui che si concentra infatti la maggior parte di asfalto).
Il secondo anello, sebbene si apra con un lungo tratto pianeggiante, presenta invece le discese più tecniche, ma anche sezioni sconnesse, fangose o su erba.
Occhi aperti poi nelle discese: in molti casi si sfreccerà tra le case, nel fitto del bosco o comunque in situazioni di scarsa visibilità. Aggiungiamoci curve cieche, tornanti improvvisi, foglie e brecciolino sulla strada… insomma, oltre a gambe che spingono sui pedali serviranno anche dita salde sui freni.
Perché magari a vincere il Mondiale Gravel non sarà il più forte, ma il più abile (o pazzo?) in discesa…
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